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La città di Gaeta, situata al centro della "Riviera d'Ulisse", è uno splendido centro balneare di notevoli bellezze naturalistiche e paesaggistiche, con numerose testimonianze storiche, religiose e monumentali.
Nel territorio di Gaeta si trovano il Parco Regionale Urbano di Monte Orlando a Gaeta, il Parco degli Aurunci, e l'Oasi Blu del WWF a Gianola di Formia.
Il Golfo di Gaeta è a circa mezza strada sulla antica via Appia tra Roma e Napoli, il mare stupendo e incontaminato ricco di pesci (Bandiera Blu nell'anno 2005), e le bellissime spiagge lo rendono meta di villeggiatura e attrattiva turistica senza pari.
La trama urbana della Gaeta antica è tipicamente medievale. Tante viuzze, un grande castello, camminamenti, campanili normanni, antiche mura formano il quartiere di S. Erasmo.
Oltre al caratteristico centro storico, a Gaeta possiamo ammirare:
Il Santuario della Montagna Spaccata, eretto nel XII secolo all'interno di una montagna che, secondo la tradizione, si fratturò dividendosi in due nel momento in cui Cristo morì sulla croce; una lunga scalinata permette di scendere fino alla cappella ricavata in un masso incastrato
nello spacco della montagna, e a un belvedere sul mare;
Le innumerevoli bellezze naturalistiche, che è possibile ammirare passeggiando nella natura incontaminata nel Parco Naturale del Monte Orlando. Il panorama di Gaeta sorprende per la presenza di promontori verdeggianti che si alternano a insenature sabbiose, per le sue calette isolate e le sue splendide grotte marine, si consiglia assolutamente una gita in barca, per ammirare dal mare le bianche pareti rocciose della montagna spaccata, le grotte, le antiche torri di guardia, le spiaggette isolate raggiungibili solo dal mare.
Le manifestazioni finora organizzate dall'Associazione Gaetavola, oltre a voler mettere in evidenza la gastronomia tipica di Gaeta, perseguono questo scopo di valorizzare i prodotti gastronomici più tipici di Geta.
La pizza
Sembra che proprio a Gaeta sia conservata la più antica testimonianza della pizza nel mondo. Il Codex Diplomaticus documento dell’anno 997 dimostra l’importanza di tale cibo, visto che esso è utilizzato per il pagamento in natura dell’affitto di un mulino, insieme a: spatula de porco, lumbum e pulli. (Codex Diplomaticus Cajetanus - Doc XCVI).
La pizza naturalmente è quella bianca, cioè senza il pomodoro arrivato in Europa dopo la scoperta dell’America.
La Tiella di Gaeta
La tiella, consiste, nell’interpretazione più semplice, nell’interporre tra due pizze un ripieno composto di prodotti di terra o di mare come salsiccia, pesce e verdura.
La storia di questa pietanza è legata indissolubilmente a Gaeta. La tiella permetteva a contadini e pescatori di avere un pasto
completo che si poteva conservare anche per alcuni giorni. Si narra che Ferdinando IV di Borbone ne fosse un grande estimatore, anzi secondo alcuni ne fu proprio l'inventore. Sembra, infatti, che il sovrano nei suoi soggiorni a Gaeta preferisse confondersi con gli abitanti del borgo marinaro e contadino posto fuori le mura e fu in questi luoghi che stupito dall'abilità con la quale le massaie preparavano la pizza elaborò il doppio strato di pasta con il ripieno di pesce o verdura, la tiella appunto, da lui considerata “primo, secondo e terzo”.
E ben presto anche l'aristocrazia cominciò ad apprezzarla, in particolare quella pregiatissima con i calamaretti, mentre quella più rustica, con le sarde, alici, scarola e baccalà era la più diffusa tra il popolo. Dopo la caduta del regno Borbonico nel 1860 divenne pasto principale per tutti gli emigranti che fino agli anni '50 lasciavano Gaeta alla ricerca di un lavoro. Ridimensionata nel consumo durante il periodo del boom economico, anche perché ricordava miseria ed arretratezza, negli ultimi anni è ritornata prepotentemente alla ribalta per la sua innegabile bontà ed anche per il recupero storico-culturale messo in atto dall'associazione Gaetavola.
La Tiella è attualmente inserita nell'elenco dei prodotti tradizionali della Regione Lazio; inoltre il Comune di Gaeta nel 2005 le ha attribuito il marchio DE.C.O. (Denominazione Comunale di Origine). A Maggio di ogni anno Gaetavola organizza una manifestazione in onore della Tiella.
Sul sito web della Cucina regionale italiana potrete trovare la vera ricetta della Tiella di Gaeta.
Il caniscione di Gaeta
Il caniscione è uno strato sottile di pasta di forma circolare ripiegato su se stesso, e riempito con gli stessi ingredienti utilizzati per la tiella, una specie di calzone che però non viene infornato, ma fritto.
Spagnoletta
Il pomodoro denominato “ spagnoletta “ è una pianta di circa 80-100 cm. di altezza, quindi più bassa rispetto ai pomodori attualmente di uso più comune; ha foglie larghe, carnose, e a forma di cuore che produce fino a 6-7 corone da circa 10 pomodori ciascuno. E’ caratteristico per la sua forma a spicchi, è di piccole dimensioni, di sapore agre, con una consistenza più acquosa di altri pomodori ma decisamente più sapido, soprattutto in relazione alla zona di produzione dove l’acqua di irrigazione è salmastra. Per il suo sapore particolare e la sua precocità il pomodoro Spagnoletta è tuttora molto apprezzato soprattutto a Roma ( dove viene chiamato “ Casalino “ ). In cucina viene usato soprattutto per insalate ( ottima l’insalata di spagnolette, basilico, cipolle, olive, olio e sale ), per fare sughi freschi in particolare a base di pesce ( cozze, vongole, scampi, zuppa di pesce ), e per fare i pomodori secchi.
Puntarella
La puntarella si differenzia nettamente dalla Catalogna per le foglie e le bacche più sottili, inoltre, una volta raccolta la puntarella, dalla pianta si può ricavare ancora la cicoria ( o cicorione ). Viene piantata ad Ottobre, e si può raccogliere già a Gennaio. In cucina le puntarelle si mangiano soprattutto crude, accompagnate con le alici salate; altro modo di cottura è la frittata di puntarelle. La cicoria invece si presta per insalate, bollita con aglio sfritto, bollita con patate, frittata, ed inoltre per fare le famose tielle di Gaeta, mescolata ai calamari od anche alle salsicce.
Olive di Gaeta
Narra la leggenda che le prime olive all'acqua furono raccolte in mare, cadute da qualche albero vicino alla riva, e subito si capì
che l'acqua di mare aveva tolto alle olive il sapore aspro rendendole saporite e dolci.
L'oliva di Gaeta contraddistingue un frutto di forma leggermente affusolata, di colore violaceo, di sapore vinoso, amarostico con sfumature acetiche, prodotto prevalentemente nel territorio comprendente Gaeta ed i comuni limitrofi siti sui Monti Aurunci in provincia di Latina. Viene usata per produrre un ottimo olio e soprattutto le olive in salamoia ( dette olive all'acqua ) che si prestano per gli usi più svariati in cucina e sono tra gli ingredienti più utilizzati dagli chef di tutto il mondo.
E’ in corso il riconoscimento per la Denominazione Geografica Protetta.
Le olive all’acqua si preparano lavandole e lasciandole in acqua per 2 giorni. Poi si mettono in recipienti coperte con acqua fredda salata (65 gr di sale per ogni chilo). La maturazione avviene nell’arco di 3-4 mesi. L’eventuale muffa che si forma sulla superficie della salamoia, preserva le olive.
L'olio d'oliva di Gaeta
E’ l’ideale condimento per le verdure sia crude che cotte, per il pesce, sia di mare che d’acqua dolce, per le carni bianche, per il pollame, per il maiale, per carni ovine e caprine, per le uova. Molti latticini sono ottimi se conditi con l’olio crudo (mozzarella, marzolina). Va bene per i soffritti, gli arrosti, per i risotti a base di pesce, molluschi, crostacei (gamberi, canocchie) e per quelli con le verdure. Anche le frittate ne guadagnano. E’ esclusivo con le insalate, potendo scegliere quelli delicati per l’indivia, la lattuga, quelli fruttati ed aromatici per radicchio, cicoria, rucola, carciofi, finocchi, patate e fagiolini..
L’olio d’oliva è perfetto anche per un’ottima e leggera frittura per l’alto punto di fumo posseduto (circa 200°) mentre le fritture richiedono una temperatura non più alta di 180°C.