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BREVE STORIA DI GAETA
Le origini di Gaeta sono avvolte nella leggenda e anche le ipotesi sull' origine del nome sono diverse.
Virgilio, nell' Eneide narra che la nutrice di Enea, Cajeta, fu sepolta qui dall'eroe troiano durante il suo viaggio verso le coste laziali.
Secondo Strabone invece l'origine del nome deriverebbe da "Kaiàdas" (già usato da Tucidide) o "Kaiatas" e "Kaiètas", cavità, grotta, insenatura,
con possibile riferimento o alla montagna spaccata o al golfo di Gaeta.
Sembra che i primi insediamenti nel territorio di Gaeta risalgano al VIII secolo a.C., ma fu solo nel 345 a.C. che finì sotto l'influenza di Roma. Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi romani, da consoli e senatori. Per favorire i collegamenti con Roma, fu persino costruita una nuova strada, la Via Flacca, più breve rispetto all'Appia.
Del periodo romano restano visibili molte vestigia a Gaeta, come ad esempio il Mausoleo che sorge sulla sommità del Monte Orlando, e le ville di Lucio Munazio Planco, console romano, prefetto dell'Urbe, generale di Giulio Cesare, e di Marco Antonio e di Ottaviano Augusto.
Con la decadenza del'Impero Romano d'Occidente iniziò un periodo buio caratterizzato da continui saccheggi ad opera dei barbari prima e dei saraceni poi. Sfruttando sua posizione su di una penisola facilmente difendibile, Gaeta piano piano si trasformò in un castrum fortificato con cinte murarie e sulle pendici di Monte Orlando sorse il castello di Gaeta a difesa dell'abitato, e le popolazioni delle zone limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare ospitalità, rifugio e protezione.
Le prime notizie del castello risalgono al VI secolo nella guerra contro i Goti, ma notizie più sicure della sua esistenza si hanno nel XII secolo, quando Federico II di Svevia nel 1223 fece rinforzare le fortificazioni del castello di Gaeta.
Nel periodo Angioino Gaeta fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto "Alfonsino", mentre il vecchio (chiamato "Angioino") fu ampliato e unito al nuovo e furono aggiunte due nuove cinte murarie oggi scomparse.
Gaeta negli ultimi secoli subì ben quattordici assedi che coincisero con importanti avvenimenti, a partire dalla sconfitta del ducato di Gaeta (con annessione al Regno di Sicilia) fino all'ultimo assedio, quello tenuto dalle truppe del generale piemontese Enrico Cialdini nel 1861 (che sarà nominato duca di Gaeta) e che diede inizio all'unità d'Italia.
Il 25 novembre 1848 il papa Pio IX si rifugiò a Gaeta, ospite dei Borbone, in seguito alla proclamazione della Repubblica Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase fino al 4 settembre 1849, periodo durante il quale Gaeta assunse la denominazione di "Secondo Stato della Chiesa". E fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX venne illuminato dallo Spirito Santo durante le sue preghiere presso la Cappella d'Oro e proclamò il Dogma dell'Immacolata Concezione al suo ritorno a Roma.
Il 13 febbraio 1861 Francesco II di Borbone si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno, capitolando all'assedio delle truppe del generale Cialdini: finì così di esistere il Regno delle Due Sicilie e iniziò la forzata unità d'Italia sotto i Savoia.
Da questo momento in poi iniziò una lenta decadenza di Gaeta come centro politico, militare e amministrativo.